Manchester 22 maggio 2017
Il 15 giugno 1996 un atto terroristico cambio’ per sempre il centro della città di Manchester. La bomba fu collocata dall’IRA (Irish Republican Army) e venne fatta scoppiare in un furgone parcheggiato nelle vicinanze del grande centro commerciale Arndale. Il centro città venne distrutto, ci furono molti feriti ma, per fortuna, nessuna vittima. La città venne ricostruita interamente e, addirittura, vennero spostati due pub medievali della città “Sinclair’s Oyster Bar” e “Old Wellington”. La zona più colpita dall’attacco terroristico fu Corporation Street, come si può osservare dalla foto in cui si può anche notare che l’unica cosa rimasta intatta è la colonna della Royal Mail che, ancora oggi, è in piedi nello stesso punto come se volesse indicare: “Potete distruggere tutto, ma non le nostre parole!”. Nonostante la massiccia distruzione c’è da sottolineare che nell’attentato del 1996 non ci furono vittime perché L’IRA annunciò telefonicamente la presenza di una bomba, cit. “La chiamata era diretta ai Granada Studios di Quay street, nel centro della città. Il lasso di tempo tra l’avviso dell’ordigno e la sua esplosione, circa 90’, consentirono l’evacuazione di 75.000 persone.”
Oggi nel 2017 poco dopo le 22.30 in un concerto nell’arena vicino Victoria Station, il Museo del football, la Chetham’s Library e la Cattedrale di Manchester c’è stato un nuovo attentato. I musei e le strutture sono rimaste intatte ma quello che è stato distrutto non si può ricostruire: si contano 22 vittime e 59 feriti. Tra le 22 vittime c’è una bambina di 8 anni che forse aveva sentito solo parlare dell’ISIS, della Siria, dell’Iraq e di altre guerre. Manchester, città della rivoluzione industriale dove K. Marx insieme al suo compagno Engels all’interno della Chetham’s Library studiavano e scrivevano il Manifesto per avverare un sogno e dove al Museo del football si può ammirare la maglietta indossata da Maradona quando segnò, proprio all'Inghilterra, il goal più bello di tutti i tempi, proprio in questa Manchester, per alcuni, la città più multietnica del mondo dove si parlano 200 lingue e dove troviamo la diversità a contatto con la quotidianità: il Gay Village, il quartiere cinese e il quartiere arabo e tanto altro. Oggi questa città piange perché hanno distrutto quello che non si può ricostruire, ma se abbiamo il coraggio di asciugare le lacrime possiamo vedere che la colonna della Royal Mail è sempre lì nello stesso posto per indicare “Potete distruggere tutto! Ma non i nostri pensieri!”.
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